Se c’è un uomo che è sinonimo di “DAC personalizzato” è Ed Meitner, che da 30 anni realizza la sua tecnologia digitale. Il suo ultimo DAC esterno è una vera e propria rivoluzione digitale.
Si tratta di una sorgente high-end ingannevolmente sofisticata che rivendica in virtù della provenienza del suo fondatore, seri riconoscimenti audiofili. Tuttavia, non è un prodotto di nicchia, progettato per pochi puristi. Il controllo del volume “lossless” lo rende un preamplificatore digitale, con funzionalità di streaming e la possibilità di scegliere tra pannello frontale, telecomando o applicazione.
Oltre al PCM con supporto per MQA, è in grado di convertire DSD128 e DXD tramite USB e streaming di rete. Quest’ultimo consente di collegarsi a servizi di streaming ad alta risoluzione come Tidal e Qobuz, oltre a supportare i servizi musicali più diffusi come Spotify, Deezer e vTuner, a condizione di aver sottoscritto un abbonamento. L’MA3 è anche Roon Ready. Oltre ai molteplici ingressi e connettori digitali, sono presenti uscite analogiche bilanciate e single-ended, rispettivamente tramite XLR e RCA.

Bespoke è la parola chiave, che definisce il punto in cui l’MA3 si distingue dalla massa. L’apparecchio è dotato dei convertitori MDAC2 a singolo bit completamente discreti del fondatore e CEO del marchio Ed Meitner, pilotati da un codice di upsampling/filtro digitale personalizzato, eseguito sul DSP MDAT2. Ed Meitner ha guidato il team di ingegneri per il progetto MA3, un’evoluzione delle collaudate tecnologie Meitner che ora beneficiano di una maggiore potenza di elaborazione lavorando a fianco di Mariusz Pawlicki, responsabile del codice del filtro adattativo MDAT2.
Vale la pena notare che l’MA3 è ben lontano dall’essere il prodotto di punta dell’azienda, collocandosi tra l’MA-1 V2 e l’EMM Labs DAC2X V2. A quanto pare ci sono voluti due anni per svilupparlo completamente – ricordate, non ci sono soluzioni DAC “flavour of the month” di TI, ESS o AKM, ecc. ma DAC su misura e codice di filtraggio digitale eseguito tramite un FPGA, alla maniera di dCS, Chord Electronics, MSB e altre aziende progressiste.
Nel frattempo, è stato acquistato un chip Nexel per la riproduzione della musica in rete, anche se, come ci si può aspettare, la sua implementazione è stata accuratamente adattata. Ed Meitner afferma che la tecnologia asincrona “jitter avoidance” MFAST2 e il clock MCLK2 personalizzato dell’azienda svolgono un ruolo importante nell’ottenere il meglio dalla piattaforma di streaming e dagli stessi elementi DAC discreti. Inoltre, è stato scelto un alimentatore switching progettato su misura per ridurre ulteriormente il rumore di tutte le sorgenti digitali.

Dal punto di vista operativo, l’ampio controllo del volume dell’unità, unito a un display eccellente, informativo e nitido, lo ha reso un piacere da maneggiare, anche se sono meno convinto dei controlli a sfioramento per la commutazione delle sorgenti, che aggiungono poco all’esperienza dell’utente. Da questo punto di vista, il dCS Bartok [HFN maggio ’19], dal prezzo simile, è probabilmente più piacevole da usare e certamente appare più robusto nella costruzione. Sebbene l’involucro e la fascia dell’MA3 appaiano meno esotici della tecnologia contenuta al suo interno, il pacchetto è almeno in parte riscattato dal grazioso telecomando in alluminio.
Ma, naturalmente, è il suono quello che conta davvero, e in questo caso l’MA3 è indubbiamente un interprete di prim’ordine. Mostra la caratteristica presentazione piacevole di Meitner, che si traduce in un palcoscenico spazioso, un tono naturale e una presa da terrier di ritmi e dinamiche. Questa sorgente digitale non suona mai elaborata o artificiosa, ma lascia che la musica fluisca come dovrebbe. Rende l’ascolto divertente, senza mai apparire pignolo, stilizzato o artificioso. Anzi, si potrebbe dire che possiede il più raro degli attributi in un DAC: il fascino.